NOTTURNO A LAMPEDUSA

di Giovanni Torres La Torre

Parole che si dicono
a bocca chiusa
come la negazione di un bacio,
approdo di un desiderio
lungo una linea costiera
sponda di attesa
e profumi di antiche serenate;
nessuna voglia di ferire il silenzio
per accennare d’essere vivi
nel tempo della solitudine dei nidi.

Il quotidiano La Repubblica di mercoledì 21 maggio 2014, pubblica in prima pagina la foto “di una bambina di pochi mesi che sembra reggere – scrive Alessandra Ziniti – con le sue manine un foglio a quadretti al quale 144 siriani in fuga dal loro paese hanno affidato un disperato grido di aiuto. […] a scrivere quelle sei righe è stato il papà della bimba, Nazir”.
Alla bambina, Giovanni Torres La Torre dedica questa poesia:

TI CHIAMERO’ FIORE DI CEDRO

I
Non conosco il tuo nome,
ti chiamerò Fiore di Cedro.
Vieni, piccola piuma della vita
a qualsiasi ora del giorno
veleggiando sui sospiri del mare.

PALPEBRA D’OMBRA

di Giovanni Torres La Torre

Come amabile velo
di figure rosate e in sogno,
la nebbia stava ammantando gli alberi
fasciandone la maestà dei tronchi
e raccogliendo gli ultimi frutti del bosco;
accarezzando il velluto tenerello del muschio
che inverdiva il volto delle pietre
e inquietando lenzuoli di felci
che bordeggiavano incertezze di sentieri.
Non si percepivano, invece
turbamenti di voci
nei richiami che da altalene di rami
confidavano indizi per il rientro ai nidi.

LUNA GIALLORE DI CRISANTEMO
di Giovanni Torres La Torre

Luna giallore di crisantemo
cavalcando zoccoli premurosi
accarezza il respiro dei fieni.
Nel tempo che le sospende
indugiano costernate
memorie di amorevoli ritratti
ma invano
altre lune di conforto
indorano le pietre delle case
e sospiri si nascondono
nel fondo ancora sognante
di pozzi di passate stagioni.

IN MORTE DI NELSON MANDELA

di Giovanni Torres La Torre

Nel suo viaggio di luci e ombre
la luna corre ad avvisare
gli abitanti delle terre del Natal
quelli degli altipiani stepposi del Karru
e dei Monti dei Draghi
le acque del fiume Orange
e i sepolti vivi delle miniere d’oro e uranio
di Johannesburg e di altre tane:

Omaggio a Cécile Kyenge

ANTICO  SPECCHIO
di Giovanni Torres la Torre

Lieve preme una luce
antico specchio dei bambini
nati nelle pianure delle erbe del mondo
o nei deserti della sete i cui orizzonti
tremano finzioni di acque
oasi di ristoro prosciugate dalle carestie.
Le terre delle nostre colline
che si affacciano con balconi infiorati
hanno la luce del mare negli occhi dei pargoli
e spesso bei nomi che evocano
profumi di biancore
chiome impareggiabili di oleandri e zagare
che adornano piazze e strade
del paese natale.

LA VISITA
di Giovanni Torres la Torre

in memoria della sorella Maria

Mani commosse trattengono le carezze
al marmo che incastona intento nel suo opale
il ritratto che soccorre un tremito di pianto.
Ombra di figura della vita presente
in quella terrà di lievità si aggira
incontrandone una di bel portamento
che della vita fece sfinimento
e nel regno di quell’orlo si ritira.