In intrigo di arsi vivi
patiscono la menta selvatica
l’erba moscatella e il gelsomino,
altri occhi in tenerezza di sfinire
distolgono lo sguardo dalle rovine
ma le orbite ci guardano, cave
ove abitiamo, mute di pianto
e note dimenticate a margini di giorni.
C’eravamo in quel luogo
disperato di nidi
a decifrare fughe di api e formiche,
sfaldamento di soglie
in eterno tremore e vissute indifferenze
di storie e consunti destini
che ci hanno già preso per il collo.