Oh luna smeraldina!

OH LUNA SMERALDINA!
di Giovanni Torres La Torre

Non c’è inchiostro che possa trascrivere
il profumo del silenzio perso nella lontananza,
né fil di voce trasognare la sua malinconia
testimone credibile del lampo improvviso
che ha invaghito l’attesa del suo corpetto di lino.
Può farlo, forse, e con ausilio di dèa
fiore di altra bellezza, inatteso dono
e indulgente al suo biancore.
Nella notte inquieta alle labbra
accarezzi quel desiderio pallido nei petali
e nella brezza che sorprende il petto,
sicché, nella sosta di indimenticabile sete
oh luna smeraldina!,
quando vagheggerai sui laghi delle colline
perso al vento il biancore della treccia,
potrai per sempre, lasciando quel luogo di confine
smarriti nel labirinto del viaggio,
perduto il senno alla ricerca del tuo oro
e del nastro galeotto dei capelli,
ricamando a merletto
le curvature del tuo tondo cristallino.

Al poeta che chiederÃ
se il vino sarà quello della vita
che non nasconde il dorso della medaglia,
potrai sempre rispondere
di non avere trovato le giuste parole
per confidare il tuo canto.
Saranno tuoi custodi
antichi suoni immaginari,
di quando chiamavano dalla conchiglia della fontana,
presi da incipiente desiderio di conoscere
il nome della loro solitudine.
Per tua supplica,
oh generosa luce venuta alla porta
in punta di piedi!,
quell’altro fiore non definito nella corolla
ma elegante nel vestitino da festa giallo paglierino,
offrirà il richiamo della sua stagione.

Testimoni giunti a quel fonte di sonnolento languore,
riferiscono che si ode ancora
un lamento di gocce imperfette invitare la sete del viandante,
soccorrere il respiro del bosco che si era ritratto
quando le ultime note avevano chiuso le palpebre,
lusingate da altro richiamo che già sconfinava nel sublime
senza ulteriore desiderio di parole da dire.
Ma il mistero che era in quella musica
che trasfigurava il volto del mascherone ancora in ascolto,
e per non morire, raccontava ad altri mondi senza profili di apparenza
la contemplazione del suo immaginario
in cerca del volto indefinibile del suo mito.

Non svelò il suo nome
lo sciame di cristalli superstite al viaggio siderale
e appena in tempo per ascoltare
lo spasimo di un desiderio
quando cadendo sul lago della collina
sbocciò in altra figura di stella.

Giugno – Agosto 2016

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