Egitto

(Domenica delle Palme dell’anno 2017)
di Giovanni Torres La Torre

Un rullio di tamburi rapì il silenzio,
al loro allarme e impaurito
un volo di colombe fuggì dalle vetrate
lasciando sui muri scheggiati
figure dolorose trafitte nella carne.
Non c’è scampo alla ferita della fronte
nelle voci che cercano nomi di bambini
ma non li trovano neanche nei cieli
della cattedrale i cui angeli
mostrano ali spezzate.
La musica che aveva cantato la liturgia del giorno
lascia anch’essa la vita che aveva sedotto
e che invita ora in altro luogo
ove non c’è nessuno del vicinato
eppure in silenzio di sacre scritture
figura risorta vestita di bianco
è attesa per come nel dipinto alzarsi dal suolo;
pare un grillo e poi più dolce
come in sogno volo di farfalla,
voce di vento che fugge e poi ritorna
mutando la sua figura,
vede ciò che vuole e sente la sua voce,
dirige il coro vago e disordinato
senza strumenti accordati, in mille lingue
mille e mille ancora, ognuna col suo straccetto di carne:
e non c’è madre sulla terra che non cerchi il suo
nel giorno annunciato, quando apparira’
e stupendo tutti, “come quella volta”.

Capo d’Orlando, Aprile 2017

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