di Giovanni Torres La Torre

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA, 2017

 

Tra corone di verde e rupi
dai monti declinano verso valle
acque di Poseidone,
dio generoso dell’antico fiume Ghida
stanco di antiche storie
cambiò nome col giovanile Rosmarino.
Non sono mutati però gli stupori,
i giochi d’acqua che scavano ancora scaglie
tra le macerie di un ponte di età romana
e immaginazioni di campate e figure di cisterne.

di Giovanni Torres La Torre

GIORNATA NAZIONALE DEL PAESAGGIO, 14 MARZO 2017

I
Cosa vuole dirci l’albero fiorito?
è più bello di quando vestito a festa celebrò il suo sposalizio?
Da lontano giunge altra voce,
si muove con nuove pause nell’incertezza
di un suono di fanfara che accompagna una processione
all’entrata del paese e in luogo sicuro
a mesto riposo di foglie.

ETERNA GOCCIA CREATRICE

di Giovanni Torres La Torre

Giornata mondiale della poesia, 2017

I
Sontuosa forma appesa e devota a sua natura,
consolatrice dona una goccia
al becco pensoso del fonte persosi nel bosco,
luogo dell’anima ove vivono le Naiadi,
ninfe delle dolci acque alle cui pozze
si dissetano selvaggina e armenti
e i pastori che molano coltelli
su cigli teneri di pietra.
Tra quelle divinità mortali,
la mitologia vuole che Aretusa fosse la più bella,
per i boschi resiste ancora il suo fiore.

INFARTO DA SCHIAVA
di Giovanni Torres La Torre

8 marzo 2017
in memoria di Paola Clemente

Fu un agguato,
una voce da sonnambula
con l’ultimo fiato chiese un poco d’acqua.
A volte – ricordavano le altre braccianti –,
dormiva in piedi
quasi che la morte
pietosa la trattenesse dal cadere.
Sudare il pane non bastava
non fu amara sorte
fu rapina di vita, infarto da schiava.

DA ALEPPO A LAPEMDUSA
NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
di Giovanni Torres La Torre

I
Da Aleppo a Lampedusa
un lamento di voce si sgomenta:
– Avete visto un bambino
vestito di bianco?
Tra le macerie che sfarinano,
città della morte, per le strade
corrono voci in cerca di volti
e nomi che più non rispondono
agli orientamenti delle strade
che si sono perse tra le fiancate dei palazzi
il vuoto delle vecchie piazze
gli scheletri amputati degli alberi
le vetrate violate degli ospedali e delle scuole,
le ombre bianche che oscillano
senza più voce per piangere.

GIUNGEVA DA VALLI LONTANE
di Giovanni Torres La Torre

A eleganti figure
del paesaggio della bellezza.

Giungeva da valli lontane il fiume
a lambire fronde di confine
con una melodia al limite della dolcezza
e in cerca di altre voci di immaginazione,
compiutasi nel lungo viaggio
la consapevolezza del limite
della sua grazia, ora solitaria.

OH LUNA SMERALDINA!
di Giovanni Torres La Torre

Non c’è inchiostro che possa trascrivere
il profumo del silenzio perso nella lontananza,
né fil di voce trasognare la sua malinconia
testimone credibile del lampo improvviso
che ha invaghito l’attesa del suo corpetto di lino.

GIORNI TREMENDI
di Giovanni Torres La Torre

Offrono generosi le loro ombre
alberi, pietre e ali d’uccelli,
tendaggi di quiete e mobili
sulla poppa dei vascelli,
delusa l’attesa alla finestra
e intrapreso il viaggio
agitando fazzoletti.
Un sottile silenzio è rimasto
sul tavolo della cucina,
di architetture di bottiglie
in ansia che qualcuno torni a bussare
al silenzio duro della porta,
essa pure nell’ombra di un nome
caduto nella giusta stagione.

PRIMO MAGGIO A PORTELLA DELLA GINESTRA

di Giovanni Torres La Torre

I
Canti antichi di falciatori di frumenti
vociferano verso margini segnati da giacigli di rovi.
A Portella della Ginestra nel giorno della festa
stornellano chitarre e fisarmoniche
ma ecco improvviso sulle tovaglie del pane
il piombo assassino dei briganti.

25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE
di Giovanni Torres La Torre

Non abbiamo dimenticato i loro nomi,
i colori degli occhi
rimasti nei ritratti di famiglia,
i gesti che cercano soccorso
e le madri nella disperazione di chiamare;
non abbiamo dimenticato
le braccia dei padri
che sottraggono ai calcinacci
delle città devastate
sagome di bambini,
a Palmira, Cobane e altri inferni
di un continente in guerra.