“Diario pubblico”
 di Giovanni Torres La Torre
 Ove giungi, occhi stupiti in ansia di gemme
 su incanti di ginestre
 chiedono da che parte di mondo vieni,
 e chi cerchi.
 “Qualcuno mi ha chiamato”
 e sveli di essere là in visita
 a divinità di silenzio.
 Indichi un labirinto di bosco
 come per condurre le mani
 a fiati di marasmi di pentagramma
 che attendono di accarezzarti la fronte.
 Svolta all’orizzonte
 lontananza di cielo e mare,di amori e ombre,
 un levità ambigua che accarezza
 le frondi di incipiente primavera.
 Serena,una tensione indugia
 in armonie di varianti
 di un rivolo che confida col ruscello
 una empatia.
 Sono quelli i momenti
 dello scorrere verso il mare.
 Un desiderio accarezza le labbra
 con suono d’acqua
 e vive attimi di sospensione
 nei silenzi che si assomigliano
 per poi fuggire in una lontananza
 di farfalla che scompare.
Bosco di Amola, Capo D’Orlando/Naso, Marzo 2020
 
			             
			             
			             
			             
			
