Categoria: Arti figurative
Di Giovanni Torres La Torre
Ai Maestri Calogero Giallanza e Marco Corrao
Al culmine di ogni viaggio,
Il ritorno nei luoghi lasciati
È uno scoprire nuove residenze
Di suoni parole e gesti
Di poesia senza frontiere.
Un sentimento musicale di vento oceanico
In andataritorno
Ti prende ,ogni volta
Con cilestro di velo
Di terramarecielo cinto al collo.
A inseguire fughe notturne,intervalli e precipizi
Di ombre e profumi di gelsomini
Gemere sillabe di silenzi mai uditi,
Sono le cavalcature alla mangiatoia
O che scalzano ferri con cadenze degne di tremore.
Un fiato di luce danza petto disperato di chitarra,
Flauto silvestre in allegranza;
Sono istanti di palpebre innamorate di ogni cosa
Che riaccendono il loro parlare e guardare
Dopo ogni pausa.
In ogni luogo di scansione, quando svolta l’angolo
E ritrova improvvisa primavera tra le braccia
È l ‘estetica tenerezza smarrita del quotidiano,
In ansia di tempo per le bellezze della vita
Del fiore smarrito.
Capo d’Orlando 21 luglio 2020
Mondadori Point, Centrocopie Capo d’Orlando
Mostre Torres-Ripoll
Canto per la strage di Via D’Amelio
di Giovanni Torres La Torre
In memoria di Paolo Borsellino, Agostino
Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo
Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio
Troina, vittime del terrorismo mafioso,
nel 25° anniversario della strage,
19 luglio 1992-19 luglio 2017
Appena una pausa, da Capaci a Via d’Amelio
un sussulto di volo di farfalla superstite al rogo
trasecola al limite della collina,
un altro terremoto, il tempo di guardarsi negli occhi
chiedere i nomi degli ultimi morti,
contarli e abbracciare i vivi
nell’inganno di un conforto.
Ma non si ode l’ultimo passo spezzato
a mezz’aria tra cielo e terra;
a sapere ascoltare,
voce oracolare si udì con tono smarrito:
“Verrà un giorno altra parola
a riannodare meglio la creta del nido,
la Sicilia è quel romanzo da scrivere,
camposanto che si agita con voci di vivi,
luna che farà chiarìa,
voce della ragione che chiama memorie”.
II
Rullavano da tempo tamburi di morte
per Paolo Borsellino
e anche il sorriso che sfiniva
non ebbe tempo per dire
il nome del frutto morso per l’ultima volta;
presto il calice della sete dei giorni
si sarebbe infranto, lasciando in solitudine
il gesto delle mani, l’ultimo fiore alla madre
stanco e rotto nel collo.
All’ora della morte
il segnale più potente doveva essere
il canto della poesia, la parola forte
più di una pietra nella fionda,
arma che spacca il silenzio,
filo d’erba che rompe il cemento.
III
Di altra passione furono invece fremiti
nell’accostarsi all’atto supremo,
ansia di occhi e fisionomia di madre,
apparizione a chi vide bellezza siciliana
di antica madonna, non più giovane nel volto,
abbracciare lo sconforto
come altre nelle strade del mondo,
in un qualche vicolo o piazza dell’orrore
o mesto viaggio che accompagna le bare,
inizio di altro giorno, quando su filo di asciugare
si alzeranno braccia
a stendere brandelli di sudario,
di ala di colomba maciullata sull’asfalto.
Capo d’Orlando, 2 Giugno 2017
Che metafora sia
dissolvenza di
specchio
con le spalle al muro
il suo argento
nel cancro
roso ai bordi ?
Un suo proprio esclusivo suono
corpo e anima di
colore?
Un mito,forse
che vuole raccontare
storie vere?
Mondadori Point e Centrocopie
Bellezza mutante, Plumelia, 2019, premessa di A. Gerbino, opera di copertina di S. Ripoll
Capo d’Orlando Estatecultura 2020
Rivoli di azzurrità
bagnano le
spalle delle ninfe
nei boschi di Ducezio
al rosmarino
e al
suono che conduce la danza
in leggerezza di velo di
silenzio
nell’onda divina
del flauto di Pan.
Cartolina e testo di Torres
Capo d’Orlando Estatecultura 2020,
Centrocopie, libreria Mondadori Point
Esposizioni permanenti di opere di Torres-Ripoll