“Confondiamo la vita con i romanzi..risaputo
che nessun sogno è interamente tale
può essere che le sognate siano accadute,
ma chi si pasce di vento
sussurra consunzioni di sensi e smarrimenti,
è a chi ascolta che tocca raccapezzarsi”.*

Con patir di cuore, Pungitopo Ed.,2008
In copertina
Angelo Bronzino, Allegoria, 1546

Plottaggio di Valentina Ingrassia, centrocopie

Prof. Maria Rosa Vitanza

I versi sono i colori di un animo inquieto, sono storia e mito ma sono anche visione di una natura leggiadra che offre emozioni con nuances che l’artista riesce a cogliere per raffigurare il proprio linguaggio. Versi e immagini in un lavoro polivalente per migrare, in maniera alternativa, dall’intensità della parola alla sperimentazione della pittura, nella quale l’artista rinasce e crea nuove performance laddove i colori ottenuti dalla lavorazione di prodotti naturali riportano alla mente splendori d’altri tempi.

Torres, abile nel fruire della parola pura, la fa veicolare nella pittura e nella scultura ed ha elaborato una composizione artistica in una perfetta armonia di pittura e versi.

Due opere di Giovanni Torres La Torre dal titolo Il senso dei misteri eleusini, i versi si proiettano nella pittura e, sulla base di un volto di Ripoll, trasferiscono magicamente il lettore su un piano altro, in una dimensione mitica e davvero epica, rielaborano il sentimento della bellezza antica trasfigurandone le caratteristiche con un lavoro che presenta canoni e tecniche innovative.

È questa una poesia tridimensionale nella certezza dell’artista che la parola può assumere valore assoluto dopo la sublimazione della bellezza dell’arte classica, che di per sé è mito di un tempo lontano, senza però che essa perda la sua essenza nell’attualità laddove viene perpetuato il valore essenziale pur nelle diverse modalità.

Creatività è la parola d’ordine di un artista completo che scarnifica le sue emozioni e le ripropone nelle diverse forme di arte che, nel loro alternarsi, danno vita a raffigurazioni polivalenti pur nella coerenza del messaggio.

Il volto è il simbolo primario di questo percorso artistico: volto come bellezza autentica e originale, bellezza raffigurante e raffigurata che si nutre del dare e soprattutto dell’essere e si manifesta nelle elaborazioni corrispondenti.

Il mito emerge dalle parole e si trasforma nella tecnica pittorica, nella fusione dei toni laddove i colori tratti dalla natura, creano sfumature, chiaroscuri e riflessi che compongono la migliore pittura, emotivamente incontenibile, sempre euritmica e melodiosa e, sul pentagramma dei versi e dei disegni, si sprigiona l’estasi delle emozioni.

Il senso dei misteri eleusini, opera Torres-Ripoll

Recensione della Prof.ssa R. Vitanza

Viandante coi polmoni sfondati della fisarmonica/ scioglie la parola nel canto prolungato/ che cerca di dire qualcosa……. la memoria si scioglie dalla cenere/ tornano gli anni ricomposti / vivi uomini e imprese canta la parola.


Mi piace iniziare questa mia prolusione con l’immagine del poeta vate che emerge dai versi iniziali del volume “Bellezza Mutante” di Giovanni Torres La Torre, poeta vate che traduce in senso profondo il concetto foscoliano della poesia intesa come illusione che ha funzione eternatrice, perchè rende immortale chi scrive e chi è protagonista dei versi poetici E tu onore di pianti, Ettore, avrai,/ove fia santo e lagrimato il sangue/ per la patria versato, e finché il Sole /risplenderà su le sciagure umane. Tema che si coniuga bene col messaggio carducciano del poeta della Storia e che troviamo in perfetta sintonia nell’opera ultima di Giovanni Torres laddove la parola canta uomini vivi e imprese ed evoca la memoria di anni trascorsi e luoghi narranti.

“Diario pubblico”
di Giovanni Torres La Torre

Di chi mi ha chiesto, l’altro ieri, spero sia presente in questa serata, di dire qualcosa sulle “infinite aperture e chiusure” delle mie poesie e delle più recenti figurazione pittoriche, non posso che apprezzare la capacità di lettura nell’avermi proposto una riflessione.

Di spazi di poesia tra le svariate figure linguistiche o nelle linee dei paesaggi, ho semplicemente pensato, con qualche eccesso di fantasia, alle forme dell’architettura, alle aperture, cioè, di quei varchi da dove entrano ed escono esseri umani, suoni, luci, profumi, forme di oggetti, ombre.

Da qui si parte, e qui si arriva anche da altri buchi di vita, dell’anima, di metropolitane e altri sottosuoli, da sentieri che dopo un fiancheggiamento di siepi aprono su inediti paesaggi: sono i punti di arrivo e partenza dei nostri viaggi, delle api e delle formiche.

MUSEO ARTE DELLA CERAMICA
Palazzo Serio
S. Stefano di Camastra (ME)

“Notturno di musica e poesia”
con la presentazione del libro “BELLEZZA MUTANTE” di Giovanni Torres La Torre
27 luglio 2019 ore 20.00.

Relatore il prof. Aldo Gerbino, critico letterario.

Mostra di opere del poeta e dell’artista catalana Silvia Ripoll Lòpez

Premessa al “Notturno”

Una brevissima premessa a questa serata voglio dedicarla alla Luna, anche in omaggio alla memoria di Federico Garcìa Lorca, mio maestro di amorose parole e sogni visionari.
Lo faccio anche a nome dell’artista catalana Silvia Ripoll Lòpez, sua conterranea e traduttrice di mie opere dedicate al grande poeta.
Con lei ho voluto inaugurare, sin dal 2015, una stagione di omaggi a Lorca proponendo ai Comuni ove abbiamo celebrato i nostri notturni, di ricordarlo piantumando gelsomini della memoria in suo onore.
Cosa che vogliamo fare anche questa sera, consegnando al direttore del Museo, una pianta e chiedendo venga messa a dimora nel giardino che guarda il mare.
Ci proponiamo di realizzare un’opera di ceramica, dedicata al poeta, e comporla nel laboratorio Frantantoni, in omaggio, anche, ai maestri ceramicari della mia gioventù, i “Fratelli Fratantoni”, che cuocevano i loro manufatti in fornaci a legna.

Dicevo un omaggio alla luna, che molti poeti hanno fatto in questi ultimi giorni, a memoria di un mirabile avvenimento.
Io parlo della mia luna di visioni, inquieta, che a piedi nudi va e viene, si avventura con il suo pallore di cera a visitare gli amori e le macerie del mondo; bussa alle porte, cerca riparo alle sue sventure; piangendo per le altrui come fossero sue colpe, tende una mano di miele, a chi naufraga, non potendo fare altro, mentre aleggia l’ignavia complice del mondo sta a guardare.
Sulle sue tracce si è avventurato anche il poeta critico letterario Aldo Gerbino che ascolteremo tra poco.
E’ una luna visionaria, la mia, come dal titolo di un libro del 2015, Canto per Federico Garcìa Lorca, pubblicato da Prova d’autore con prefazione di Stefano Lanuzza.
E la luna di Miguel Cervantes, quella delle notti delle civette, dei merletti ai gelsomini senza tempo, delle camicette bianche con intarsi di due lune nelle punte del colletto e di cui confondi le gobbe, crescente, calante, in frantumi di specchio.
E’ la luna nascosta nei nidi dei Monti Nebrodi, sul carrubo del mio cortile, travolto dal vento; è la luna alle lune dei portoni ricamati in ferro dai fabbri del quartiere Rabite o dai vecchi maestri del paese delle antiche campane, Tortorici, o dei coltellai di S.Angelo di Brolo.
E’ la luna in candore di vestitino nei giorni di festa di gala.
E’ la luna dei lupi mannari e dei cieli solenni sul Monastero di Fragalà.
E’ la luna dei tremori di foglie nel silenzio dei boschi.

E’ la luna dello sconforto e dell’amore, per come sentiamo che possa essere, in emozione ed empatia.
E’ la luna della lontananza, della passione, che piange o ride, dolente o felice: cammina da pallore a pallore e ci conduce per mano nei suoi e nostri vagabondaggi.
E’ la luna dei funesti chiarori, nella notte quando nevica, dai gelsomini, nostalgie e rimpianti.
E’ la luna della poesia che ha residenza in ognuno di noi; è l’amorevole custode di ogni nostro sospiro, come fosse non solo divinità del pane e del vino.
La parola della poesia è felice d’esser qui e parlare con voi. Grazie.
E’ ora la volta del prof. Aldo Gerbino di cui mi onoro di annunciare le parole.

Giovanni Torres La Torre

BELLEZZA MUTANTE

Plumelia, 2019

“Torres, alla sua marina disposizione vissuta aCapo d’Orlando, terra percorsa dai Canti barocchi di Lucio Piccolo, contrappone una forte tensione silvana, un vagare, attraverso corpo biologico e corpo poetico, per le secolari serre delle Caronìe, per gli altopiani e le terre che da Mistretta si portano alle porte della litica Floresta che guarda il Vulcano, sotto i voli delle poiane dal bosco di
Marabotta alle Rocche di Argimusco e, indietro, fino a quelle del Crasto.
Non sono soltanto nomi territoriali, ma evocazioni terrestri, dal sapore ctonio e pronte ad alimentare la sua poesia e, con essa, quel motore civile che lo fa osservatore degli accadimenti non soltanto della terra di Sicilia,
ma dell’interezza del pianeta”
 
 
 

Bellezza mutante è la raccolta poetica di Giovanni Torres La Torre che vedrà la luce, per le edizioni Plumelia, in tempo per gli eventi di Poesia e musica, dei notturni di presentazione.

Il libro si avvale della prefazione del critico letterario Aldo Gerbino.

Già dal titolo è facile dedurre come la tematica della bellezza, non solo del paesaggio, sia il filo conduttore dell’intera opera.

“Paesaggio dell’anima, delle parole e delle cose”, è il titolo di una poesia che offre una sintesi lirica anche di problemi di estrema attualità e che, comunque, l’autore ha sempre collocato in tutta la sua produzione.

“L’amore per la terra”, scrive il prefatore in una breve nota che anticipa la sua prefazione, “lo ritroviamo in altre poesie”, dai titoli:
“Il viaggio del torrente Rosmarino”, “Colori d’autunno sui monti Nebrodi”, nella fascinazione del bosco di Caronia, “La giornata della terra”, “Il paesaggio e la bellezza in verde bluastro”, dedicata al mare, e “Visibilità mutante con seconda pelle”, “Tramonto sul mare di Capo d’Orlando”, “Stupore di felci nei boschi d’autunno”, “Sui monti del Parco dei Nebrodi”, sono alcune composizioni del grande mosaico della bellezza che richiama la produzione onirica di Gaudì.

I critici letterari che si sono occupati della complessa produzione di Torres (pittura, scultura, ceramica, narrativa, poesia), possono essere accomunati in un giudizio del primo recensore, Lucio Barbera, che lo definì, su una terza pagina della Gazzetta del Sud, “Un fiume in piena”.

Scheda a cura della libreria Mondadori, Piazza Matteotti Capo d’Orlando.

Giovanni Torres La Torre, Omaggio a Gaudì, 28 Maggio 2019

Opere di Silvia Ripoll Lopez