Premessa al “Notturno”

MUSEO ARTE DELLA CERAMICA
Palazzo Serio
S. Stefano di Camastra (ME)

“Notturno di musica e poesia”
con la presentazione del libro “BELLEZZA MUTANTE” di Giovanni Torres La Torre
27 luglio 2019 ore 20.00.

Relatore il prof. Aldo Gerbino, critico letterario.

Mostra di opere del poeta e dell’artista catalana Silvia Ripoll Lòpez

Premessa al “Notturno”

Una brevissima premessa a questa serata voglio dedicarla alla Luna, anche in omaggio alla memoria di Federico Garcìa Lorca, mio maestro di amorose parole e sogni visionari.
Lo faccio anche a nome dell’artista catalana Silvia Ripoll Lòpez, sua conterranea e traduttrice di mie opere dedicate al grande poeta.
Con lei ho voluto inaugurare, sin dal 2015, una stagione di omaggi a Lorca proponendo ai Comuni ove abbiamo celebrato i nostri notturni, di ricordarlo piantumando gelsomini della memoria in suo onore.
Cosa che vogliamo fare anche questa sera, consegnando al direttore del Museo, una pianta e chiedendo venga messa a dimora nel giardino che guarda il mare.
Ci proponiamo di realizzare un’opera di ceramica, dedicata al poeta, e comporla nel laboratorio Frantantoni, in omaggio, anche, ai maestri ceramicari della mia gioventù, i “Fratelli Fratantoni”, che cuocevano i loro manufatti in fornaci a legna.

Dicevo un omaggio alla luna, che molti poeti hanno fatto in questi ultimi giorni, a memoria di un mirabile avvenimento.
Io parlo della mia luna di visioni, inquieta, che a piedi nudi va e viene, si avventura con il suo pallore di cera a visitare gli amori e le macerie del mondo; bussa alle porte, cerca riparo alle sue sventure; piangendo per le altrui come fossero sue colpe, tende una mano di miele, a chi naufraga, non potendo fare altro, mentre aleggia l’ignavia complice del mondo sta a guardare.
Sulle sue tracce si è avventurato anche il poeta critico letterario Aldo Gerbino che ascolteremo tra poco.
E’ una luna visionaria, la mia, come dal titolo di un libro del 2015, Canto per Federico Garcìa Lorca, pubblicato da Prova d’autore con prefazione di Stefano Lanuzza.
E la luna di Miguel Cervantes, quella delle notti delle civette, dei merletti ai gelsomini senza tempo, delle camicette bianche con intarsi di due lune nelle punte del colletto e di cui confondi le gobbe, crescente, calante, in frantumi di specchio.
E’ la luna nascosta nei nidi dei Monti Nebrodi, sul carrubo del mio cortile, travolto dal vento; è la luna alle lune dei portoni ricamati in ferro dai fabbri del quartiere Rabite o dai vecchi maestri del paese delle antiche campane, Tortorici, o dei coltellai di S.Angelo di Brolo.
E’ la luna in candore di vestitino nei giorni di festa di gala.
E’ la luna dei lupi mannari e dei cieli solenni sul Monastero di Fragalà.
E’ la luna dei tremori di foglie nel silenzio dei boschi.

E’ la luna dello sconforto e dell’amore, per come sentiamo che possa essere, in emozione ed empatia.
E’ la luna della lontananza, della passione, che piange o ride, dolente o felice: cammina da pallore a pallore e ci conduce per mano nei suoi e nostri vagabondaggi.
E’ la luna dei funesti chiarori, nella notte quando nevica, dai gelsomini, nostalgie e rimpianti.
E’ la luna della poesia che ha residenza in ognuno di noi; è l’amorevole custode di ogni nostro sospiro, come fosse non solo divinità del pane e del vino.
La parola della poesia è felice d’esser qui e parlare con voi. Grazie.
E’ ora la volta del prof. Aldo Gerbino di cui mi onoro di annunciare le parole.

Giovanni Torres La Torre

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