BELLEZZA MUTANTE

Plumelia, 2019

“Torres, alla sua marina disposizione vissuta aCapo d’Orlando, terra percorsa dai Canti barocchi di Lucio Piccolo, contrappone una forte tensione silvana, un vagare, attraverso corpo biologico e corpo poetico, per le secolari serre delle Caronìe, per gli altopiani e le terre che da Mistretta si portano alle porte della litica Floresta che guarda il Vulcano, sotto i voli delle poiane dal bosco di
Marabotta alle Rocche di Argimusco e, indietro, fino a quelle del Crasto.
Non sono soltanto nomi territoriali, ma evocazioni terrestri, dal sapore ctonio e pronte ad alimentare la sua poesia e, con essa, quel motore civile che lo fa osservatore degli accadimenti non soltanto della terra di Sicilia,
ma dell’interezza del pianeta”
 
 
 

DESIDERIO DI CHIMERA SI SUBLIMA

Aracne, 2017

“Su due cose concordano tutti i linguisti: a) la lingua serve per comunicare; b) tra le parole
e le cose c’è un rapporto arbitrario. Chi scrive questa pagina pensa, invece, che le parole
non abbiano soltanto la funzione di comunicare. Esse hanno anche la funzione di dire
<<ciò che è>>, cioè di <<dire l’essere>>.
La parola “realtà” (per fare un esempio che valga per tutte), quando la usiamo nella sua funzione comunicativa significa <<ciò che è vero>>.”

LUNA VISIONARIA

Prova d’Autore, 2015

“Luna che legge… Inquieta, a piedi nudi / si avventura una luna di cera / e nelle ombre delle porte / bussa cercando riparo” scrive Giovanni Torres La Torre in Luna visionaria: “Luna visionaria / di Miguel de Cervantes / […] / Luna nelle notti delle civette / […] / Luna dei nidi nascosti tra le chiome dei boschi / […] / luna dell’umanità dolente. / Tragica luna nelle chiese delle preghiere”

IL BOSCO DELLA MEMORIA

Prova d’Autore, 2005

“In un paese come l’Italia, che, insieme alla Spagna, conterebbe in Europa il maggior numero di parlate dialettali, la Sicilia, pur nella sua generale stabilità linguistica, diversamente da talune aree della penisola a prevalenza bilingue (col Tedesco in provincia di Bolzano, lo Sloveno a Trieste o il Francese in Val d’Aosta) presenta, oltre al sistema vocalico di conio latino, molteplici variabili idiomatiche e una persistente congerie di forme allogene (greche, arabe, gallo-italiche, spagnole; o albanesi, nella provincia di Palermo).”

Continua a leggere la Iprefazione di Stefano Lanuzza

CARTA RANDAGIA

Prova d’Autore, 1991

“Un romanzo da leggere e meditare nonostante o proprio in virtù di un’assenza di storia usuale? Certamente. Un testo da rappresentare per luoghi simbolici? Forse. Una prova di funambolismo inventivo? Probabilmente. Ma soprattutto un libro molteplice che, con andatura svagata e sensitiva, poetica e folgorante, di palese timbro isolano, dichiara una personale pronunzia del narrare.”

Continua a leggere la prefazione di Flora di Legami

GIROTONDO DI FARFALLE

Prova d’Autore, 1989

“Libro di felici contaminazioni, a quel che già implicitamente osservavo; e si capisce che, nella feroce sequela dei casi esposti (contro la cui forza la forza dei sogni può e non può: interpone elegia individuale e speranza corale, è vero, ma il bilancio complessivo non sarà consolante) la felicità non investe il filo principale della vicenda, sì il passo della scrittura e, al suo interno, i passi e le soste dell’eroe chiamato Ramòn.”

Continua a leggere la prefazione di Silvio Ramat