Categoria: Poesia
Di Giovanni Torres La Torre
…per cieli di vicoli segreti
Si aggirano nuvole
Di fantasmi di antenati
Che alle porte
Chiedono riparo.
Ha un suo silenzio
L’ antica storia delle pietre
E vive per sempre
Nei paesi senza più fontane.
Resistono le cose
Che hanno ancora nome
E ragione di essere nuvole
Erbe e fiori nei capelli.
A notte fonda di inconclusi amori
Una nenia culla fantasmi di cielo
Smarritasi in pallori di gelsomini la luna
Resta una nenia a cullare il niente.
Di Giovanni Torres La Torre
Al Maestro Socrate Dioniso Verona.
“Abbiamo amato lo stesso sogno”
Confidò la luna alla sua ombra,
Poi disparve.
Di luminosa sapienza
Il viaggio della sua luce
Indaga la storia del mondo.
Conduce tra cielo e terra
Per canti eterni
Di cicale e giochi d’amore.
Petto di violino come voce di creazione
Accende la torcia
E travalica la collina.
Capo d’Orlando, 5 Giugno 2020
di Giovanni Torres La Torre
Restano sparse macerie
Dell’ultimo abbraccio
Al mantello celeste
Che ha smarrito il sentiero.
Anche il nome del fiore
È andato via
Lasciando al gabbiano
Poca luce per lontananze di cielo.
Il notturno che viene
Già arido di scogliere
Disegna leggende di astri
E sommesso languore di niente.
cartolina del 3 giugno 2020.
Di Giovanni Torres La Torre
Pieno
Un respiro esplode
Cerca una forma
La trova lasciandosi andare.
Un ricordare prende fisionomia
Di silenzio di niente
Che senti
Ti possa appartenere.
Pioverà
Nella notte che viene
Sulla carne del glicine
Luce eterna di luna.
Non c’è
Altro nome di foglia
In viaggio di incerti destini
Come di venti senza nome.
Pieno
Un respiro
Due Giugno 2020
“Diario pubblico”
di Giovanni Torres La Torre
Al Maestro Calogero Giallanza
“Insieme, ogn’uno con la propria solitudine
nel patto con la vita”,
sussurrò ombra musicale di flauto traverso.
“Un attimo”, annuì con grazia di sempre
la luna, “di luce infinita illumino il tuo viaggio,
prendo per mano il tuo notturno
nel ricordo che ci sono amori
che non si dimenticano del tutto
e che la musica riesce a raccontare”.
“Conosco quei nidi nascosti di suoni e silenzi”,
confidò, lusingata, levità d’ombra,
sostano là ove il sogno
continua il suo monologo interiore”.
Di rimando, la bella signora:
“Voci della storia,
meritano di essere rivissute, oh notturno d’ombra!
sommessa grazia di emozione
la segno nella memoria”.
Disparve dietro nuvole di note in uno scialle di seta
perché non si disperdesse
la trasparenza inquieta
di quella camicetta bianca.
Capo d’Orlando, Maggio 2020