di Giovanni Torres La Torre
Rifugiatosi in un palpito,
segreto di svelarsi cerca la luna.
Ha un sogno da confidare, ma perse le parole
non annuncia la carezza che tende ad altra mano,
eppure, un vagolare
segnala sotto quale balcone, quella notte,
petti di garofani gonfi d’amore
hanno aperto le tende alle stelle.
Dal sentiero che giunge dal mare
un coro di sirene sale alla tua soglia,
oh luna di amorosi rimpianti!,
recitando timori con fascino di remi,
suono dell’anima in soccorso
a braccia che attendono
in luoghi inesistenti, sino a quando
si annunciano arrivi di stupori,
improvvisi frammenti di visioni,
di presenze che gironzolano, tra le felci,
come prede che indossano tremore di cadenze di fiato,
sul pianoro ove improvviso incanto
ti invita ad un giro di tango.
Leggerezza di sorriso di direttore d’orchestra,
libera le labbra della luna che arpeggia
una cadenza, invita quella pena di segreto
a sverlarsi prima del compimento dell’ultimo quarto:
“Dopo, sarà troppo tardi”, si duole,
“e la brevità del viaggio non concede scampo”.
Capo d’Orlando, Agosto 2019