MALEDETTI
di Giovanni Torres La Torre
Vi diciamo della nostra inquietudine, delle luci edelle ombre
che il fuoco brucia
sbarrando gli ultimi indugi
a impossibili sogni che anelano invano al divino
nel tempo crudele che respinge i passi dell’ospite straniero.
Vi diciamo dei luoghi appartati dei nostri nidi
e degli uccelli,
di quegli spazi dell’anima chiusi nei silenzi
dei nostri silenzi,
di quel tempo finito che volge alla conclusione della vita
e poi riprende e continua
malgrado il fuoco di tutti i disastri.
Vi diciamo di quel tempo di poesia che non deve morire
per sentire ancora i fremiti delle foglie,
le preghiere di tutte le erbe della terra e i sussurri dei venti
e le voci dei cavalli e degli agnelli,
il ronzio musicale delle api del bosco della memoria,
la solitudine della nostra disperazione.
Per tutto questo, siate maledetti a nome delle siepi di more
che accompagnavano i viottoli dei viandanti
ora inceneriti dal vostro fuoco;
maledetti dai colori delle ali delle farfalle e deifiori,
dalle corone delle montagne
e dai paesaggi anneriti dai vostri misfatti.
Maledette le vostre mani
che hanno incendiato le colline della vita,
gli orizzonti lontani e i paesaggi della bellezza.
Chi ha ancora voce per farlo vi maledica, vi condanni la Legge e vi condanni
l’Altare.
Restino mute le campane del vostro ultimo viaggio.
Siate maledetti a nome dei bambini che nasceranno,degli uccelli, del prugno
e delle felci,
a nome delle porte delle case, dei filari delle vigne
e della pergola dei nostri avi alla cui ombra non riposerà più la loro
memoria.
Siate ancora maledetti.
Capo d’Orlando 30 settembre 2012