Giornata mondiale della felicità
di Giovanni Torres La Torre
Ove giunge il sentiero all’apparire di due destini,
a manca a salire verso la rupe
e nel declino della ginestra in sua primavera,
quella volta il passo non aspettò,
divinità fluviale aveva deposto la sua carezza
al ciglio della vita e in offerta alla luce
del viandante del giorno dopo.
Una offerta di sussurri di disgelo
con amabile voce di antichi silenzi
cerca l’anima gemella
nel passo timido della selvaggina che fiuta l’erba,
il profumo di mare e terra nei capelli
di quando si tira la rete camminando in riva
o si strappa al sentiero una radice
cercando il pensiero che accompagna
il nome dell’acqua e del sangue che li ha nutriti,
dell’occhio che imperla il fiore
per capire da quale sorriso sia nato e con quale nome.
Rievocando figure di petali di altre stagioni
la vita gioisce in quel cammino senza meta,
al pensiero improvviso di poter soccorrere
la ferita inferta dal bracconiere
o il naufrago che appare nell’ultima boccata d’aria,
in risalita.
Pensieri giunti da qualche parte di poesia
o sacralità della vita, accompagnano il passo
o altre parole con felici ossessioni
capaci di raccontare le inquietudini della vita
di spighe di grano antico e luccicore di lune nella mietitura,
di memorie vaghe di matematica e astronomia.
La felicità della memoria ritorna
con lo splendore dei primi amori
nei fieni dei cieli luminosi
di sussurri di nomi di erbe e stelle amiche
che accompagnano il viandante,
e di acque e di boschi e di uccelli.
Oh amorosi fiori, o rose del pane e della carne,
oh fiato delle siepi,
oh spine di luoghi sacri, di dirupi di prugnoli !,
possiate vivere e ascoltare ancora, e per lungo tempo
il passo del viandante che vi cerca per ascoltare
la bella musica dei vostri silenzi
Capo d’Orlando 29 Marzo 2019