Perduto miele

 

21 marzo 2012, festa mondiale della poesia proclamata dall’UNESCO.


PERDUTO MIELE
di Giovanni Torres La Torre

I
Luce dolce
che fa velo e poi ombra
ma quando del tutto è notte
la vita cos’è?
ultima boccata d’aria sulla porta
ad affacciarsi ancora
sul respiro del mare.
Ma tu
fiore d’arancio che più non adorni il candore dei veli delle spose
né cingi chiome di madonne in processione
a cercarti ancora
ma invano
mute ora le mani e ansiose a segnali di fazzoletti
s’acquetano nel sonno
sotto i guanciali
nel rimpianto di ferite d’amore
e perduto miele.

II
Intanto, oh intanto! per deserti di sete fuggivano dai massacri
popoli del Mar Eritreo, dagli altipiani e da terramare d’Etiopia
confusi con le stelle e antiche leggende, anelando a rive di zagare,
ma invano.
Lasciàti morire dalle loro e dalle nostre divinità e, violando leggi,
dalla crudeltà umana, si inabissavano in fondali di mari vaganti,
ancora fiorenti di civiltà lontanissime. Si consumava così l’antica
tragedia di uomini e bronzi, maioliche e pietre

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