Il bambino trovato morto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia si chiama Alan Kurdi: indossava una maglietta rossa e un pantaloncino blu. Affido al passaparola la proposta di diffondere l’idea della creazione di una nuova bandiera composta con quei colori e la riproduzione delle linee degli indumenti vessillo di nuovi diritti umani.
Giovanni Torres La Torre
LETTERA A REHANE’
MADRE DI ALAN E GHALIB
Giovanni Torres La Torre
Addio.
Dormite ora nelle fosse di Kobane l’ultimo tragico sonno. I vostri assassini stringono coltelli da macellai maneggiano esplosivi e cannoni saccheggiano la vita dei popoli devastano musei chiese e moschee sono la morte che cavalca nel vento di mantelli neri e banchetta nei grattacieli di trafficanti d’armi e petrolio; e noi ancora qui, nel cono d’ombra della viltà e di governi che potrebbero porgere una mano alle vittime come nelle ultime ore è stato fatto ma non basta e tirarli fuori dal buio amaro dei loro giorni.
Il vostro amato sposo e padre – onoriamo il nome di Abdullah – spargendo il pugno di terra dell’addio per sempre alle leggende della vita non resterà solo e non saranno soli i padri e le madri degli altri bambini annegati nello stesso mare e gli uomini e le donne nel viaggio della comune speranza in questa tremenda estate di arsura di fili spinati e incitamenti razzisti di naufràgi e disperazione per altre vittime ancora confuse nei fondali del Mediterraneo con antiche maioliche e volti di pietra e monete di imperatori e divinità di civiltà lontanissime. O dolce Rehanè, sorriso gentile di madre! Vorremmo accarezzare le mani dei bambini e baciare le lacrime del tuo dolore con parole di commiato recitare i versetti del Corano e fare una promessa: cuciremo una bandiera con i colori rosso e blu degli indumenti che hai fatto indossare amorevolmente al piccolo Alan il cui nome è ora anche dei bambini che tenteranno con maggiore fortuna lo stesso viaggio e dei padri e delle madri che alzeranno i colori di quella speranza sventolandola nei cortei nelle carovane della sete e della libertà che cerca l’orizzonte.
Nessuno meglio di chi percorre questo calvario conosce il sogno che si confonde con la realtà come in un miraggio di oasi di frescura che inganna la sete del deserto; ogni giorno il sorso di quel fiore è reciso e sul dolore delle labbra spaccate l’orrore della voce può solo continuare a gridare i nomi infami degli assassini e dei complici e invocare e ringraziare quelli della pace e del soccorso insieme ai cantori dell’umana pietà tremenda e inutile se piange solo sui nomi di cenere dei templi e dei musei di antiche civiltà.
Rehanè, addio, addio madre di dolore fiore profumo di basilico addio a tutte le madri di cui non conosciamo tristezza e volti e ai loro bambini! Addio sposa perduta di Abdullah! Con veli rosso e blu degli indumenti di Alan sventolerà la bandiera di nuovi diritti umani.