CANTO PER VALERIA SOLESIN
E’ tempo di massacri (parte seconda)
di Giovanni Torres La Torre
Venite a vedere i morti per le strade.
P. Neruda
Un minuto di infinito silenzio
il giorno dopo.
I garofani rossi hanno abbassato le palpebre
sullo stelo infisso nella ferita del muro
ove mano pietosa aveva sostato
ritraendosi nel pianto.
Un minuto di infinito silenzio
innanzi alla vetrata ove soffre un fiore
in vestito bianco e il collo spezzato
che sigilla la trama del ragno
e intristito langue nella brina
che fa specchio e sussurra
in candore di carnagione
un rosario di nomi e la pietà di un polpastrello
nei contorni di un disegno.
Un momento di infinito silenzio
nel patimento tremulo di fiammelle
turbate in emozioni di pianto.
Un momento di infinito silenzio
sui marciapiedi di Parigi
nelle case che hanno aperto le porte
alla disperazione dei fuggitivi.
Un minuto di infinito silenzio
sui corpi martoriati dai terroristi dell’IS
e da tiranni criminali
signori del petrolio e della guerra.
Un minuto infinito di silenzio
innanzi alle colonne degli altari cristiani
delle moschee insanguinante nei tappeti
sui marciapiedi ingombri di cadaveri
ai mercati generali nelle periferie assetate
ove i poveri del mondo si feriscono le mani
nei mondezzai e per un cespo d’insalata.
Un minuto di infinito silenzio
sulla gioia della musica che ora tace
colpita a morte e velata dalla pietà dei lenzuoli.
Un minuto di infinito silenzio
alle braccia dello sconforto
di padri e madri che stringono i corpicini
delle vittime dei bombardamenti
che vogliono liberarle dalla barbarie dei coltelli.
Un minuto di infinito silenzio
sulle fosse comuni in custodia alle stelle
perché gli occhi possano piangere i dormienti
i passi tornare al silenzio del selciato
e ascoltarsi nello spasimo del filo d’erba
che spacca il cemento
e le mani dei superstiti cercare altre mani
e il coraggio di soccorrere il tremore
di un passante.
Un minuto di infinito silenzio
per il dolore di Parigi
gli assassinati e le foglie morte dei viali.
un minuto di infinito silenzio
per i gelsomini di Tunisi
gli uliveti le palme i mandorli gli agrumi
la sua storia bizantina e araba
per il suo popolo martoriato
dalla ferocia coloniale e dal nazi-fascismo.
Un minuto di infinito silenzio
alle chiome dei cedri del Libano
alle sue sofferenze alle vittime
all’infinito necrologio di quelle terre
di quei fiumi
agli uccelli nel vento
all’incudine e al martello
ai libri
ai mantici degli organi di antiche chiese
alle preghiere dei minareti in macerie
nelle città di quel continente
nelle cinque volte che chiamavano alla preghiera
prima della loro distruzione.
Un minuto di infinito silenzio
per i martoriati di Beirut
di Londra sull’altopiano del Sinai
in Iraq in Siria alle Torri Gemelle.
Un minuto di infinito silenzio
per i bambini di Tolosa rubati ai giochi dei giardini
per le vittime di Charlie Hebdo
di Aleppo Palmira e altri infermi
Kobane Egitto Somalia
Pakistan Mar Mediterraneo.
Un minuto infinito di silenzio
per le vittime di questo massacro planetario.
Ceri che in un tempo antico
nelle notti d’insonnia facevano compagnia
alle palpebre timorose
allontanando la paura dei lupi
ora sui marciapiede del mondo
assieme a fiori e transenne
sbarrano il passo segnalando che da lÃ
è passata spumante di sangue
la bandiera nera della morte
e il bombardiere delle perdute libertà .
Un suono risorto si leva dal pianoforte
in una strada di Parigi
la ragazza ha chiuso gli occhi
nel parlare al dolore
e sussurra il nome
di una speranza stroncata.
Si chiamava Valeria Solesin.
Capo d’Orlando, 17 Novembre 2015