SOLITUDINE DELLA LUNA
GENEROSA DI MISERICORDIA
di Giovanni Torres La Torre
“Apritemi le porte della giustizia”.
Papa Francesco Bergoglio
Trattengono il fiato le foglie
nell’ascolto di una voce,
linea di canto sull’orizzonte delle chiome
di castagni arroccati sugli alti mondi
di cieli umidi di boschi.
Altra nota di viola d’amore
come ala di farfalla di sua vita ignota
o goccia di rovo
nel supplizio appesa a corona di spine,
non cede ancora il suo rubino
e vinta da emozione
sorride al seme che riposa
in sua dimora.
Benigna stella della celeste via
conduce a luce passi smemorati
e quando l’ombra lascia dolcezze in riparo
ecco che viene nel suo sereno tempo
e discolora e geme.
Lacrima umana a labbra d’arsura
bruciate da aspro aceto
nell’atto dell’abbandono oscilla a filo di seta,
poi si spezza
e lasciando la vita armoniosa
nell’impossibile confine del respiro,
in compimento di perduta dolcezza
trattenendosi si nasconde
per proteggere le ultime tremende parole.
II
A quel fogliame di bellezza eterna e gloria
nella vita dei boschi
che si tramandano ricami barocchi di bronzo dorato,
al legno di una croce
e ai chiodi del martirio degli innocenti,
da lì passando la luna chiner
la stanca gobba al levante
e generosa di misericordia e in solitudine
offrirà alla sete e al sonno dei fuggiaschi
un bicchiere d’acqua
e un giaciglio, in meritato silenzio
che un grido ancora scuote
nel chiedere i nomi degli ultimi morti
spiaggiati dietro altra porta
e nascosti sotto lenzuoli.
Capo d’Orlando, 8 Dicembre 2015