E’ implicita nell’omaggio al grande poeta spagnolo, la predilezione di Torres per le atmosfere barocche, i pregi della poesia pura che il Nostro coniuga con un suo personalissimo stile immaginifico e surreale e con altrettanto impegno civile, come abbiamo potuto riscontrare nella precedente raccolta, Luna Visionaria, ed. Prova d’Autore, dedicata ad un altro grande poeta spagnolo, F.G. Lorca.
SULLE VERTIGINI DEL GRANDE ALBERO
di Giovanni Torres La Torre
Omaggio a Luis de Góngora
Sulle vertigini del grande albero
gli uccelli modulavano il respiro del canto
tra fronde a punto di bel ricamo
e rame battuto per lamine dorate.
Ivi è ora tempo di altre assonanze
che evocano sinfonie e rimandi
degni di montagne elevate
tra echi sacri di gentile richiamo.
Nel cielo di nuvole cangianti
si dileguano forme di svariati destini
e alterni se sono soffi divini
generosi a condurre l’avventura dell’aquilone
in porto sicuro.
Di bellezza inviolata torna in sogno
il “giglio che si nasconde in mezzo ai mirti”* Luis de Góngora, Sonetti
con ornamenti in biancore di trine
e che si offre con sapiente dedizione
al bacio tanto atteso dal rossetto.
Ma non si intramezzano più nuovi ricami
né si rintracciano tra l’oscuro verde
dell’arbusto sacro a Venere
le orme furtive degli amanti
che hanno smarrito i punti variabili delle stelle
di quando cercavano i confini del mondo
e i nomi seppure incerti dei desideri.
II
Sono caduti ai piedi del grande albero
i ricoveri dei cantori
misteriosi nei richiami
e nelle ultime esitazioni
che spengono i lampadari.
Stanche dei sussulti delle stagioni
le foglie affidano ai velluti umidi della terra
l’anima anelante che in perfetta forma ignota
e nella sapienza dell’intreccio
filigrana di impossibile contorno, —
quando esala dona all’ovale compiuto della ghirlanda
l’emozione di un garofano in cerca del definitivo colore.
* Luis de Góngora, Sonetti
Dicembre 2015