di Giovanni Torres La Torre
Ancora una volta sono andati via
i giorni della merla
con la delusione stretta sotto le ali,
un dolore per il lutto del mantello
che non vuole mutare
nel bianco di una rosa.
Non sono uguali i due colori
dell’anima del giorno e della notte;
tengono quel fiato
nella somiglianza
di mani di innamorati,
quando la sera scolora
e dopo l’alba apre le finestre,
allegra congiunge la voce
al nome degli astri del desiderio.
Stelle devote alla loro luce, vanno a dormire
con godimento cercando ogni volta
l’altro cielo che verrà;
mai sarà la stessa, forse più stanca
nell’attesa del sogno che andrà a cercarle.
Non è dato sapere quanta bellezza
di un fiore di prato, assomigli
al tepore di un bacio che assale le vertigini,
e cosa chieda al passante
il geranio che affaccia il petto alla finestra,
e quale amore conceda
nel vetro che saluta lo specchiarsi
da altro balcone.
Sono fiori la cui anima ha una visibilità mutante,
a volte portano un solo bocciolo,
a volte tanti e insieme vivono la stessa pausa
quando si spengono i lampadari
e si ode alitare palpito di farfalle.
E’ il petto nero della tua ala, amica merla!,
nello splendore di uno scialle,
o il bianco negato del gelsomino
quando giri gli occhi e lo vedi nevicare,
leggero e pacato nel passo della formica
che trascina una trave grande come un fuscello.
Capo d’Orlando 19 Gennaio 2019