di Giovanni Torres La Torre
Ninfa della fonte conduce per mano
morbidezza di spuma,
goccia dopo goccia il fiume cresce negli anni,
apre le braccia quando s’allegra
salutando gli oleandri,
dalla parte che appare l’incanto
in carne di Venus di Milo
solenne nel marmo.
Non è rimasta appartata altra riva
nel cielo velato di specchi
di quella bellezza ellenistica
della Grecia Antica.
Una voce si sporge alla rupe
e chiede chi chiami.
Improvviso frammento di desiderio
si alza alla residenza
della dèa Thaina:
“Sono venuta a farti visita”,
sussurra musica d’acqua
nel biancore della carne
“scendi a bagnarti nella mia spuma
a ristoro dell’anima”.
La Dèa, lasciati cadere languori di veli,
si accosta alla sacralità del suono,
acconcia la chioma cedendo alla spuma
le rose del seno.
Verso la marina aperta al Tirreno
giocano ali di cigni, bagnandosi il collo
accendono visioni di altre nuvole
testimonianza del compimento dell’incanto.
Capo d’Orlando Gennaio 2019