Palpebra d’ombra

PALPEBRA D’OMBRA

di Giovanni Torres La Torre

Come amabile velo
di figure rosate e in sogno,
la nebbia stava ammantando gli alberi
fasciandone la maestà dei tronchi
e raccogliendo gli ultimi frutti del bosco;
accarezzando il velluto tenerello del muschio
che inverdiva il volto delle pietre
e inquietando lenzuoli di felci
che bordeggiavano incertezze di sentieri.
Non si percepivano, invece
turbamenti di voci
nei richiami che da altalene di rami
confidavano indizi per il rientro ai nidi.

II
I veli trasparenti delle Grazie
si infittivano, negando
poco a poco
la visione della bellezza
– luce, miele di Venere, solenne apparizione –
nel rimpianto della primavera
i cui fiori avrebbero perso, di lì a poco
i profumi dei colori di Plinio
e i ricami delle belle pitture.
Palpebra d’ombra infliggeva il supplizio
sfumando la seducente presenza dell’incanto
che poi si ritraeva
nell’agonia generosa di un amplesso
propiziato dalla benevolenza di una dèa
incaricata di mescere il nettare
dell’eterna giovinezza.

III
Volti di famosi ritratti, ascendendo
svanivano verso estreme alture di cielo
mentre la voce di Ebe esultava:
— Amore, aspettami, arrivo!
Madreperle di umido
nelle forme perfette di gocciolone di rugiada
in agonia, intirizzivano spalpebrando
come i lampadari dei teatri
da luce a ombra, e dopo
in più lievi singulti,
attoniti nell’attesa del silenzio definitivo.
Il vento del bosco aveva smesso di alitare lasciando le note conclusive dello spartito agli ultimi orchestrali, che in punta di piedi uscivano dai suoni consueti per entrare in una nuova sinfonia, calda di attese e paura. Complice il silenzio e il mistero delle ombre, si poteva percepire così il fremito della brina, oscuro spasimo del grande spartito della vita.

IV
Con le sue ferite, il sole aveva abbandonato
al loro destino
la vita del bosco e la fanciulla dal volto di luna,
gemma dolente in attesa del suo amore.
Quando gli abitatori dei luoghi
persero definitivamente la loro fisionomia
una voce che lusingava ancora
guidò la pastorella nel labirinto incantato
mentre le ultime intrepide sentinelle della quiete
annunciavano il coprifuoco
e gli alberi stringevano nei loro pastrani
il riposo già sognante della ragazza
e i nidi scampati al furore dei bracconieri.

2005 – 2014

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