Il quotidiano La Repubblica di mercoledì 21 maggio 2014, pubblica in prima pagina la foto “di una bambina di pochi mesi che sembra reggere – scrive Alessandra Ziniti – con le sue manine un foglio a quadretti al quale 144 siriani in fuga dal loro paese hanno affidato un disperato grido di aiuto. […] a scrivere quelle sei righe è stato il papà della bimba, Nazir”.
Alla bambina, Giovanni Torres La Torre dedica questa poesia:
TI CHIAMERO’ FIORE DI CEDRO
I
Non conosco il tuo nome,
ti chiamerò Fiore di Cedro.
Vieni, piccola piuma della vita
a qualsiasi ora del giorno
veleggiando sui sospiri del mare.
Vieni nel giardino dei limoni
a raccogliere un frutto che ti attende
al tepore che riscalda le erbe,
i gradini delle porte
e le panche sotto gli oleandri
ove i vecchi raccontano
parole di speranze
mentre altri bambini
cavalcano sagome di cavalli.
Vieni anche di notte
con la luna in sorriso
che sparge miele di luminescenza.
Vieni a giocare con la spuma del mare
che increspa lungo la lontananza
tra le Isole di Cristallo
e la spiaggia sotto il monte di Orlando.
Vieni alle porte delle case, delle biblioteche
con grappoli di fiori di cedro,
le tue canzoncine,
vieni a correre sulle colline
ove spalpebrano le farfalle
qua e là senza inquietudine
come nei giorni più belli.
La tua terra natale
e ora un campo mietuto dalla morte:
mille e mille bambini
eredi di antichissima storia
e i loro antenati,
continuano a morire sotto il cielo
della “Mezza luna fertile”;
i superstiti bussano alle porte della liberta’
cercando scampo alla morte
che invade le strade
coi calcinacci della civiltà mesopotamica;
nudità di antichi eroi, figure femminili
di divinità si confondono abbracciandosi con i morti,
rottami di giocattoli
abbandonati sui marciapiedi delle antiche città siriane,
ora cimiteri di carne e pietra.
Altre antiche figurazioni
che si stringevano da millenni,
ora mutilate chiedono soccorso.
II
Vieni, Fiore di Cedro
a qualsiasi ora del giorno
e della notte,
porta con te il profumo
dei tuoi giardini
e per bella compagnia
un libro di favole che leggerai
appena grandicella,
una nenia, un cantare in girotondo,
una piccola storia per altri bambini
i tuoi numeri e il tuo alfabeto,
i tuoi primi balbettii
per le madri di questa terra
e di questo mare.
Vieni, figlia di Nazir
stretta tra le braccia del padre
e della madre.
Capo d’Orlando, 21 maggio 2014
p.s.: sul sito è possibile leggere Morte a Damasco, per i bambini trucidati in Siria, del settembre 2013, che fa parte della raccolta Luna Visionaria, che sarà pubblicata, entro giugno, dalla casa editrice Prova d’Autore, con prefazione di Stefano Lanuzza.