ARABA FENICE
di Giovanni Torres La Torre
Alle madri e ai bambini vittime dell’Is
In paesi lontani
vanno le poesie
con ali d’uccelli,
migranti senza ritorno
moriranno nei rimpianti
della voce natia,
perduto seme
invano appeso
alla solitudine
delle chiome dei nidi.
Ma quando l’uccello della Resurrezione
– oh araba fenice! –
dall’Arabia volerÃ
verso i cieli d’Egitto
per darsi al rogo
e poi risorgere,
il poeta potrà ancora cercare
tra la polvere
la luce giunta dalle stelle
con la vita delle parole, sicché
l’antica armonia segnerà il pentagramma
di nuove emozioni e inquietudini
per un sillabario di note sconosciute
come quando, trafitta
l’azzurra stella illuminò
il suo volto notturno,
desiderio nel sorriso e gocce
al marmo della conchiglia,
solo allora
il cantore di sogni
saprà chinare il capo,
alla fonte di infinita pietÃ
e ascoltarla
nel palpito di altari di cenere
delle chiese oltraggiate nella loro divinitÃ
e stringersi alle braccia derubate, delle madri
senza più sorriso di madri
nell’età perduta dei bambini,
cui vita breve
non concesse candore di gigli.
Capo d’Orlando, 10 – 18 settembre 2014