Il viaggio del fiume Rosmarino

di Giovanni Torres La Torre

GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA, 2017

 

Tra corone di verde e rupi
dai monti declinano verso valle
acque di Poseidone,
dio generoso dell’antico fiume Ghida
stanco di antiche storie
cambiò nome col giovanile Rosmarino.
Non sono mutati però gli stupori,
i giochi d’acqua che scavano ancora scaglie
tra le macerie di un ponte di età romana
e immaginazioni di campate e figure di cisterne.
Anche il silenzio si immagina
sia sempre lo stesso, leggerezza di veli
e ombre in luoghi di solitudine
che confidano alle stelle voli di grifoni
la loro presenza, là in ascolto
della bellezza transeunte del fiume.
Aveva lasciato, passando lontano dalle finestre
addormentate del castello Turiano,
la storia di un tempo di arabi e altre genti
il gorgogliare antico della fontana Abate
e i passi delle cavalcature
e voci dialettali di ragazzi
nei giochi di strada e bella toponomastica.
Platea e palcoscenico rupestre
si sorprendono nei richiami di animali,
echi ancora sacri nei linguaggi di loro natura,
di voli sorpresi dal vento
a planare sul cibo e verso ricoveri di nidi.
Ponendosi in ascolto dei loro richiami,
difficile dire dove si nasconda il palco orchestrale,
forse nel borgo che si intravede nel verde
o più in basso, dietro le ginestre
ove orafo di antichi monili tramanda ricami.
Ivi, anche rumori di scalpellini
o semplici spaccapietre che hanno costruito
muri per trattenere ulivi,
o ricoveri ora macerie di figurazioni di leggende gotiche
in possesso di ortiche edere o fichi selvatici,
che disorientano gli occhi e la storia mai scritta
in viaggio che non finisce mai
tra terra e cielo che si accarezzano le mani.

Capo d’Orlando, Marzo 2017

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