Sui monti del Parco dei Nebrodi

di Giovanni Torres La Torre

Devono essere gli abitatori dei luoghi, le popolazioni, gli attori principali di una nuova concezione del paesaggio. Se poi, come nel caso della visionarietà della poesia, ci mette lo zampino anche la mitologia – e non a sproposito – assieme ai “pascoli smarriti nella lontananza” è possibile nel lavoro della tessitrice di Floresta, ammirare il passaggio del carro mitologico di Afrodite mentre offre una mela, frutto del luogo, “al morso dei malati d’amore”.
Con questa poesia di Torres la redazione di 98zero aderisce alla Giornata Europea dei Parchi.

GIORNATA EUROPEA DEI PARCHI

Arpeggio di mano destra
gioca la sua tessitura lungo un sentiero
che in salita cerca nidi.
Nella giusta stagione ondeggiano spighe,
lontani pascoli sembrano smarriti nell’indolenza.
Il brano musicale dei campanacci è assai vago,
un’ombra indecisa
come se la sua fosse scelta di vaghezza,
un ricordo di dèa della primavera
che quando passava da quelle parti
di buon mattino liberava gli stazzi.
Il pastore chiamava il nome della bella signora
regina del regno notturno,
Persefone, Persefone!
Credenze raccontano che il paese di Floresta
fosse nato tra grandi alberi e sorgenti
nei tempi dell’Impero Romano,
sicchè la leggenda è tessuta con lunga lena
confusa e smarrita nel tramandare
fisionomie di molte divinità che hanno cambiato nome
ma sono sempre loro
da narrazione a narrazione.

Tessitrice del luogo confida mostrando il bel ricamo,
il suo amore per la leggenda di Afrodite,
svela nomi di fiore e magie di erbe
che sbocciano nel suo telo
col carro mitologico tirato da colombe e cigni
e la bella dèa cinta di rose e mirto
che signoreggia nei desideri
offrendo ai malati d’amore il frutto da mordere
che in quelle terre si coltiva ancora.

Capo d’Orlando, 22 Marzo 2017

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