Dove corro a cercarti,
In quale porto d’Africa giungo
Con gentaglia trafficante
A raccogliere schegge di ebano
Legni da bruciare per una sola notte
E partire, per smerciarli
Verso terre americane?
Traffico negriero, tangò
Cerca l’accento piano
Nel quartiere popolare
Delle ventraglie podride,
Nostalgia di giovinezza
Di suoni stretti, a spigoli
E invenzioni di scatti,lame a molla
E affilate, che stringono il fiato al seno.
Dove vado a cercarti, tango del silenzio in esplorazione,
Di musica e di mito gitano,
Tramestio di fiumi ed inchiostri
E battere di tacchi e cuori su solai di castagno?
Morte anche le nostalgie
Di tornare in quei luoghi
Che non esistono più,
Neanche per nascondigli di sogni sotto cuscini.

Giornata mondiale del Tango, 11 Novembre 2020

Omaggio al Maestro
Michele Allegro

Stimolo sensoriale si figura
nel palpito sonoro di un tremore
all’antica lampa della notte.
Inquieta sulla mensola
gioca con veli di ombre
ricamando lembi di un racconto.
Lo scopri in tempi di dopo
a margine di ricordi che ritrovi
nelle orme sterrate di un sentiero.
Siamo andati a cercare un rimpianto
energia primaria fluida nella voce
di ricordi perduti.
Ci lasciamo andare nelle ali
a veleggiare
suoni di mondi interiori.
Su inquieta onda
si sublimano rimpianti
che cercano riparo.
Si frange sulla tastiera
costellazione di gocce
in monologo interiore.
Lo ha protetto una dèa
e ora ne dona lo spartito al maestro
perché la musica continui a vivere.

Ricordi perduti, composizione del Maestro

Capo d’Orlando, Cartolina Torres, 4.12.2020

Parete seconda

 

Sull’ orlo dell’ultima luce
si esce dal sè
per vagolare nell’anima del mondo

È così, da vita a vita si commiata l’ arcobaleno
Tra fantasmi di nuvole che aprono i loro mantelli
a ornare l’ incantesimo.
si rompe, a volte, lo scambio
nell’ evoluzione naturale
del dare e ricevere
è ogni vita e ogni vita ritorna alla radice del suo essere.

Ma perchè specie di natura sopravviva
ogni elemento che respira trasmetta ad altri
un patrimonio che in loro si evolve
un passaggio di acquisizioni come dire del sole
di le corbusier
quando sorge tramonta e risorge
e ritma la vita degli uomini o la limita, all’ ultimo bicchiere
della staffa.

Cartolina Torres
1 Dicembre 2020
Centrocopie e Mondadori point
esposizione permanenti di Torres e Ripoll

Tiepida si accende la luce
Lampadina di antico piatto di ferrosmaltato
Sull’ Adriatico bluastro
L’arcobaleno si specchia
Nel cupo dell’altro cielo
Sul laghetto del faro.

Cartolina Torres, 1 Dicembre 2020
Centrocopie e Mondadori point
Esposizioni permanenti
Torres e Ripoll

Quali correlazioni reggono
da valle a valle
un convivio di ninfe
e visioni alberate di confini?
E quali occhi figurano
forme alterne di chiome
di sistemi segnici frangivento
e latenti amabili significazioni
di muri e alberi di vita antica
superstiti al rogo?

E tra postille incompiute e timide
di svelamenti di oroscopi
e la mano che conduce gioco di foglie,
che desiderio è possibile
oltre il delirio musicale
di un organo a canne incantate
e il ciuciulire di uccelli che trasalgono
per avvistamenti di gelsi di madreperle?
E quali nessi tra i cantori della vita
e l’abbaio dei cani dei predatori?

Rifletta al suo passare
la ninfa del vento
nel confidare i misteri dei suoi viaggi
nelle complessità della bellezza
che accarezza, per altre forme
ricami di scialli
in figure di lunette
o di quella altura in notturno sogno di luce
che rinasce.

Capo d ‘Orlando – Naso, bosco di Amola, Messina

Torres, Convivio di ninfe, 2020
Centrocopie e Mondadori point
esposizioni permanenti
Giovanni Torres La Torre e Silvia Ripoll Lòpez

Ogni valle ha la sua poiana,
un paesaggio di rimandi
e voli che si occhieggiano,come nella vita
amori con indeterminatezza
di luci e ombre.

Ma, se non questo,
è quiete immaginativa di emozioni
che orienta le ali
nel gesto che cerca un mito di danza,
di parola gregaria nel cingerle il fianco.

Del linguaggio, sui linguaggi amanti
per restare in vita, la poesia
esplora altitudini e precipizi, si affascina del vuoto corteggiando sconfinamenti,
inganni di oroscopi e di indulgenti stelle cadenti.

Che sia consapevole è nel fascino del mistero
cui non chiede chiarimenti, anche gli uccelli
hanno benevoli divinità che concedono i semi
nidi di sterpi e madreperle,
melodie di cielo e terra perché la vita continui.

Capo d’Orlando – Naso, Bosco di Amola, Messina

Cartolina Torres, Novembre 2020

Una voce, alle donne del mondo
limite infinito della vita
di ogni figura
neghiamo ancora
compiutezza di sua natura
per male di non capire
la fatica dell’origine della vita.

Alle donne del mondo

Cartolina Torres, 25.11.2020

Superstiti di massacri
bussano alle nostre inquietudini
in cerca di nuovi orizzonti,
si offre un soccorso
o si aizzano i cani.

In ogni caso, gli smarrimenti dei giorni
sconnettono le certezze,
i sistemi di segni costitutivi della vita,
solidità di architetture di desideri
di soglie esistenziali ai varchi quotidiani.

Amiamo le bellezze delle metamorfosi
oltre ogni stupore,
ma la disperazione intorbida
trasparenza di luce,
offusca ragione e sentimenti.

Ma su quella linea bisogna trovarsi
in soccorso reciproco,
con sostegno di fasciame, ossa e carne
e traslazione della comune umanità,
smontaggio e ricostruzione dell’esistere che continua.

Superstiti, Cartolina Torres, 2020
Centrocopie e Mondadori point
Esposizioni permanenti Torres-Ripoll

“DIARIO PUBBLICO”
di Giovanni Torres La Torre

Le stanze dei libri e delle parole non scritte:
il galloitalico e gli spartiti,
altri suoni di legni di telai, ricami di torrenti e fiumi,
alberi frangivento nei nomi donati dal grande arabo Edrisi
che venendo da queste parti chiamò saie e zagare
con la sua lingua, i suoi numeri e i mulini ad acqua,
le corali contadine all’anto e i suoni delle campane.

Riposano ora lemmi e quartare stefanesi,
muri a secco e balate dei costruttori della bellezza,
del paesaggio, del regie trazzere,
le amiche sacre della mitologia
e del latte per i nutrichi delle madri
senza orgoglio di seno contadino
illanguidito nell’ultima epopea di sconfitta.

Uccelli del paradiso
possiedono bellezza di ali
che si può concedere
alla visione di infiniti silenzi,
di quando intrecciano azzurrine melodie
in tremiti sottili di variazioni.

Il senso pieno o smerlato
in congiunzione di voli
e la mobile geometria delle scienze dell’universo,
cercano in quel cielo
la nostra trasparenza
che finge, per mercato di vivere
di non conoscerne il nome.

A sera che verrà,
scende dalla luna
a denudare le sue fasciature
un nascondimento
in sofferenze di carezze
e un sogno
di un sogno nascosto alla palpebra di un lumino.

Altrove, smielata dai tempi
lunghi del suo languore,
risonanza di flauto,in scrittura, fa capolino
presentando il saldo del ristoro
alla manica larga larga di grazie di donna metamorfosi
che par venuta a offrire al viaggio
un soccorso cangiante di mappatura.

All’enigma di partire ineguale al risaputo,
voci misteriose di uccelli notturni,
dal bosco di Ducezio e cun multa bastanza
svelano pensieri di sottolineature
e vaghe tracce di devianze
a margini di punteggiatura
come sventura di precipizio di stelle.

Riprende fisionomia
la dimensione del tempo dimenticato
di bagnarsi le labbra
al calice di dionisio,
a leggerezza amorosa di foglia
che si lascia andare
al respiro lieve del glicine.

Nell’accadimento del sublime
che svolta l’angolo di partire
un corteo di alberi di paesaggi umani
incorona di alloro
di grafemi e fonemi
il silenzio che rimane
nel possibile e nell’impossibile del suo eterno.

Capo d’Orlando-Naso, bosco di Amola, Messina
14 .11. 2020